Cari studenti,
come penso sia noto, domani non sarete a scuola.
Il governo, con un suo decreto concertato con le tre regioni maggiormente coinvolte, tra cui il nostro Veneto, ha deciso di sospendere, anche per questa settimana, le lezioni a scuola.
Dunque, la scuola per voi rimarrà chiusa, anche se, diversamente dalla scorsa settimana, sarà aperta al personale anzitutto per “sanificare” i diversi ambienti, nella speranza di una ripresa della frequenza dal prossimo 9 marzo.
Diversi docenti, che anche qui ringrazio, hanno attivato forme diverse di didattica a distanza con le proprie classi, attraverso le varie modalità che la tecnologia oggi è in grado di offrire. Docenti impegnati a far lezione in vario modo, e docenti impegnati su progetti vari.
Ringrazio anche il personale ata che, sin dai giorni scorsi, ha lavorato da casa per seguire le questioni aperte della nostra scuola.
Lo so, perché diversi di voi mi hanno scritto, che non tutti stanno facendo festa per questa chiusura prolungata delle scuole.
Sì, per due o tre giorni è pensabile che la sosta sia stata accolta con giubilo.
Ma poi, a pensarci bene, tutti sentono che non è un gran guadagno restarsene a casa, non solo per le conseguenze a più livelli di questo coronavirus, ma, prima ancora, per la considerazione che la scuola è importante per voi, che la scuola vive di relazioni, è fatta di relazioni, è costruita su dinamiche di classe e di scuola che richiedono che ci si incontri, che ci si guardi negli occhi, che si condividano speranze, pensieri, anche sofferenze.
Perché la scuola è palestra di vita, è vita.
Che nessuna tecnologia didattica potrà mai soppiantare.
Sì, oggi più di ieri, siamo tutti figli di queste tecnologie, ma poi la vita richiede un cuore che è fatto, come dicevo, di sensibilità e di relazioni. Cioè di persone.
Cosa sono, in fondo, le materie scolastiche, gli indirizzi di studio, i manuali scolastici se non strumenti, vecchi assieme ai nuovi, attraverso i quali cerchiamo di costruire “cultura”, cioè pensiero attivo e aperto su di noi, sul nostro mondo, sui sentieri presenti e futuri del nostro senso della vita?
Ecco, pensando a questo sfondo culturale, sfruttate queste giornate per fermarvi un attimo, pensando a ciò che la vita può proporci di inedito, oltre le consuetudini della tradizionale vita di scuola.
Non bruciate, quindi, questo tempo inedito che vi viene regalato in queste settimane.
Un buon libro, delle sane passioni, qualche compito per casa o capitolo di studio da recuperare, belle relazioni da coltivare, un po’ di aiuto in casa.
Pensate a fondo all’assenza da scuola di questi giorni, nella speranza, tutti assieme, che riusciate ad apprezzare le cose che facciamo ogni giorno, gli incontri, i dialoghi, anche le difficoltà che riempiono comunque queste nostre giornate: è la consapevolezza della assenza che ci può far capire meglio il valore della presenza, della condivisione.
Confido, con tutti voi, che ci rivediamo dal 9 marzo, fatta salva la responsabilità delle autorità politiche e sanitarie.
Un “a rivederci a presto”
Il vostro preside
Gianni Zen